Piccolo esercizio semi-documentaristico sulla tradizionale mattanza del porco nelle campagne girato con la solita Paillard-Bolex nella corte del casale familiare di Baccanelli. A differenza della Teleferica, dove tutto era stato stabilito prima delle riprese, l’esperienza viene segnata questa volta dalla scoperta, da parte dell’apprendista regista, della beauté accidentelle — per dirlo con Cocteau —, quando l’innocente vittima del sacrificio scappa improvvisamente dalle mani dei suoi carnefici.
Il tema della morte del maiale, alla quale il nipote del padrone assistette tante volte fin dall’infanzia, tornerà esplicitamente a galla sia nel progetto mai realizzato I porci (1965) — dall’omonimo racconto di Anna Banti — sia in Novecento e nella Tragedia di un uomo ridicolo. Inoltre, il ricordo della fuga nella neve dell’animale inzuppato di sangue ha ispirato a suo modo la scena terribile dell’assassinio della moglie del professor Quadri alla fine del Conformista.