Bernardo Bertolucci torna a Parma.
La sua idea di futuro rivive in una fondazione, tra cinema e sogno

La nuova sede, la casa di via della Lungara, la digitalizzazione della Cineteca di Bologna e un film sul regista da realizzare con Luca Guadagnino: Valentina Ricciardelli, presidente della fondazione, si racconta a The Hollywood Reporter | Roma.

“La sua mente artistica e bellissima continua a correre dappertutto”. Parola di Mel Brooks che, all’indomani della morte di Bernardo Bertolucci, nel 2018, dedicò questo pensiero all’amico regista nel corso di una serata organizzata dal Teatro Argentina di Roma. Si chiamava Au Revoir BB e tra gli organizzatori c’era ovviamente anche Clare Peploe, regista, sceneggiatrice, produttrice e moglie di Bernardo.

La stessa che nel suo testamento, nel 2021, ufficializzò la nascita della Fondazione Bernardo Bertolucci. A presiederla Valentina Ricciardelli, cugina del regista, che, tra i tanti obiettivi che si è preposta, ha quello di far sì che la Fondazione non sia solo celebrativa del genio di Bernardo ma supporti anche il talento dei nuovi giovani cineasti.

Due anni in cui ha dovuto dire addio alla casa di Via della Lungara 3, a Roma, dove Bernardo e Clare hanno trascorso buona parte della loro vita, trovato una sede per la Fondazione, creato un premio in onore di Bertolucci e stretto un accordo con la Cineteca di Bologna. Il tutto in attesa di scoprire chi dirigerà The Echo Chamber, l’ultimo film scritto dal regista prima di morire.

Presidente della Fondazione Bernardo Bertolucci. Ha mai sentito il peso della responsabilità?

Clare Peploe, la moglie di Bernardo, purtroppo si è ammalata poco tempo dopo la sua morte ed è venuta a mancare quasi due anni fa. Per suo volere testamentario ha voluto che fossi presidente della Fondazione Bertolucci, fondata da lei. Questa cosa mi ha molto commossa, resa felice, e ovviamente mi ha anche preoccupata. Mi sono ritrovata davanti a un mondo familiare che conoscevo perché Bernardo era il primo cugino di mia mamma e per me era come uno zio. Però, allo stesso tempo, c’erano altri mille aspetti che invece non conoscevo e che sto ancora scoprendo e imparando. Devo dire però che ho delle persone molto valide e importanti che mi aiutano.

Leggi l’intervista completa alla presidente della fondazione Valentina Ricciardelli, realizzata da Manuela Santacatterina, su The Hollywood Reporter – Roma.

 

Via della Lungara 3, interno 41, Roma: una casa piena di tesori

In questa casa, Bernardo Bertolucci e Clare Peploe hanno vissuto insieme, per quarant’anni. Dentro c’erano oggetti, fotografie, libri e sceneggiature. Tra queste anche alcune storie che non hanno mai lasciato la pagina scritta per diventare immagini in movimento. Su tutte The Echo Chamber.

“Quella sceneggiatura l’ha scritta insieme a Ilaria Bernardini e Ludovica Rampoldi. È stata acquistata dall’Indigo Film che aveva già un accordo con Clare”, racconta a The Hollywood Reporter la presidente Valentina Ricciardelli. “Non l’ho trovata io tra le sue cose, si sapeva già che c’era e che l’aveva finita proprio poco prima di morire”.
Ma quella di The Echo Chamber non è l’unica sceneggiatura scritta da Bertolucci e mai portata sul grande schermo. Tra i materiali inediti che un giorno potrebbero diventare dei film ce ne sono sicuramente atre due: Heaven and Hell e Red Harvest. “Sono dei progetti che lui aveva scritto. La prima l’ha firmata insieme a Mark People, il fratello di Clare. Per ora sono tutte ferme, poi si vedrà cosa succederà” dice Ricciardelli. E proprio di Carlo da Venosa, compositore italiano del tardo Rinascimento, già Werner Herzog nel 1995 aveva dedicato un documentario biografico, Gesualdo – Morte per cinque voci.

Leggi l’articolo “The Echo Chamber & co: quando vedremo al cinema le sceneggiature inedite di Bertolucci?” su The Hollywood Reporter – Roma.