B.B. (f.c.) — Qui, ci stanno chiamando in questa stanza… (all’operatore) Segui, segui… (indicando un malato a letto) Cosa c’ha?
Degente in piedi — (indicando il vicino) È paralizzato, non so che c’ha. Tutto trema, tutto. Non dorme, non mangia, non beve. Sta sempre così… È da tre giorni che non mangia niente, questo.
Guida (f.c.) — Dovrebbe essere un malato in neurologia. Dovrebbe andare a un reparto specializzato, all’Ancisi, ma non ci sono i posti letto… Ecco, per esempio, guardate questo letto, davanti proprio a una finestra. E dietro, alle spalle c’è una porta… Ma c’è di più, che la mattina, dietro questo paravento viene contata la biancheria sporca… Ecco, in questo piazzale qui viene contata la biancheria. Vicino ai gabinetti, vicino ai bagni.
Mentre Bertolucci si sta affermando come un regista di successo di statura internazionale grazie al Conformista, si dà anche al “cinema povero”, e perfino all’”Agit-prop”, con questo documentario in forma d’inchiesta che ci porta inizialmente in una sezione romana del PCI, poi in una delle borgate dove, dieci anni addietro, era stato girato Accattone, prima di visitare illegalmente un paio di reparti dell’ospedale San Camillo.