Mario (voce f.c.) — Mi sono deciso, ho fatto il grande passo! Da ora in avanti viaggerò il più possibile a piedi. “E mi accompagneranno le ombre propizie dei grandi camminatori — pensò Mario —, Goethe, Brosses, Heine, Stendhal…” Così ho potuto conoscere dal di dentro la mattina domenicale a nord del lago di Como. Qui il mio rapporto col tubo si è fatto più intimo. Io e il petrolio procediamo in carrellate parallele: io sulla strada, lui in mezzo a quel prato. Viaggiamo alla stessa velocità, circa quattro chilometri l’ora — più lentamente di quel carretto che sembra uscito da un film di Mizoguchi… – [da Attraverso l’Europa]
Documentario televisivo in tre puntate
I. Le origini — II. Il viaggio — III. Attraverso l’Europa
Dopo due anni di disoccupazione forzata, Bertolucci accetta di realizzare un documentario industriale su commissione dell’Eni, trasmesso poi dalla Rai. Partito alla scoperta del petrolio, scoprirà, così come Enrico Mattei, il Terzo Mondo. Tra le righe dei tre episodi della Via del petrolio si esprime anzitutto la voglia pazza di vivere la realtà contemporanea a 24 immagini per secondo.
I — Le origini è girato in Persia (oggi Iran) e documenta l’estrazione dell’oro nero in varie regioni del paese, attraverso anche testimonianze dirette di lavoratori italiani espatriati. Assai suggestivo è il momento in cui un tecnico evoca l’installazione di una “teleferica” a quota 3300 metri, come pure la scena in cui viene sparato di notte un razzo d’allarme, che tornerà a ispirare il regista per l’inizio della Tragedia di un uomo ridicolo.
II — Il viaggio segue il trasporto del petrolio a bordo di una nave, dal Golfo Persico fino al porto di Genova, passando per il Canale di Suez. Il caso vuole che questo viaggio sia anche l’ultima missione del capitano — di nome… Blasetti! —, giunto ormai all’età della pensione. Un dato imprevisto che orienta la malinconia legata all’irripetibilità di ogni ordine del moderno Ulisse durante il viaggio verso la sua Itaca.
III — Attraverso l’Europa è senz’altro la parte del trittico in cui la finzione appare maggiormente, grazie alla presenza di un pittoresco giornalista argentino (il poeta Mario Trejo), il quale si è dato per compito quello di seguire il viaggio del prezioso liquido, per pipeline, da Genova fino alle raffinerie di Baviera. Riuscitissimo l’episodio alla Dürrenmatt dove Mario si ritrova in un paese di montagna bloccato dalla neve, la cui atmosfera rarefatta prefigura, mutatis mutandis, l’arrivo di Athos a Tara, in Strategia del ragno.