Lama Norbu È una cosa molto rara, ma è già accaduta altre volte: una manifestazione separata del corpo, della parola e della mente. Nessuno di questi tre esiste senza gli altri. Ognuno di noi è collegato agli altri, come lo è il mondo all’universo. Ma ricordatevi questo: la cosa più importante di tutte è provare compassione per tutti gli esseri, donare se stessi e soprattutto trasmettere la conoscenza, come il Buddha.

Un bambino di Seattle, Jesse Conrad, viene individuato da un gruppetto di religiosi tibetani quale possibile reincarnazione del Venerabile Lama Dorje, deceduto otto anni prima in esilio negli Stati Uniti. Benché inizialmente reticente, il padre di Jesse finisce per accettare l’invito dell’anziano Lama Norbu di accompagnare suo figlio nell’Himalaya, dove risulta che li aspettano altri due giovanissimi “candidati” locali. Intanto continua a svolgersi parallelamente, attraverso una serie di coloritissimi flashback ispirati all’iconografia indiana, l’antica leggenda del principe Siddhartha – divenuto poi il Buddha –, così come Norbu la racconta ai suoi tre protetti: dalla nascita miracolosa dell’erede del trono dei Shakya all’episodio dell’”Illuminazione”, dopo la scoperta della povertà, della malattia e della morte, la fuga dal palazzo e gli anni di meditazione nella foresta…

I viaggiatori, una volta giunti a destinazione, in un monastero in fondo a una valle dimenticata dal tempo nel piccolo regno del Bhutan, si cimentano subito con le varie prove, tra cui l’oracolo che deve stabilire quale dei tre bambini andrà considerato la vera e propria reincarnazione del defunto Lama Dorje. Più che l’esito finale di questa imprevedibile gara importerà il fatto che Jesse, reduce dal suo viaggio iniziatico sul Tetto del Mondo, si dimostri ugualmente portatore di valori che a priori non erano suoi.

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